giovedì 18 aprile 2013

COSA NE PENSATE DELL'ACQUA OSMOTIZZATA?

Cari amici,
un dubbio mi assale: l'acqua osmotizzata è salutare o fa male?

Ultimamamente il dilemma si è ripresentato a seguito del programma delle Iene e dell'acqua all'arsenico del Lazio.

Si perchè a quanto pare, vi sono due fondamentali opinioni contrastanti:
- quella dei venditori, che enfatizzano le proprietà di un'acqua realmente pura, senza contaminazioni di ogni tipo: un'acqua priva di agenti inquinanti, calcare, leggera e consigliata anche ai bambini;
- quella di altri, medici e comuni mortali, che sostengono che l'acqua risultante dall'osmosi inversa sia, in realtà, solo acqua distillata, cioè demineralizzata e quindi dannosa per la salute.


Qui di seguito vi propongo degli articoli interessanti in proposito.

Non voglio influenzare la vostra opinione, ma vi chiedo se tutte queste premure nel voler bere un'acqua totalmente pura, non abbiano portato i produttori verso nuove iniziative commerciali onerose, con lo scopo unico di attrarre questi consumatori attenti alla salute più di altri, commercializzando sì un prodotto che funziona, ma forse, funziona anche troppo, nel senso di portare a carenze che, anzichè far bene, danneggiano ulteriormente la nostra salute e... il nostro portafogli...

Brocche filtranti e ''depuratori'': quando servono davvero per l'acqua


Pro e contro i metodi di purificazione sul Salvagente in edicola e in vendita on line.


Barbara Liverzani

L’acqua italiana è di buona qualità. Ce lo ripetono in continuazione esperti, associazioni

ambientaliste, da ultima anche un’azienda della grande distribuzione.

Lo ripetono in tanti, ma gli italiani ci credono poco. Almeno a giudicare dai numeri: il business

delle acque in bottiglia non conosce crisi e nel 2009 (rapporto Beverfood 2010-2011) abbiamo

mantenuto il primato europeo nel consumo di acqua minerale con 192 litri/abitante consumati. Più

del doppio rispetto alla media europea.

Lo scetticismo verso gli acquedotti


E questo non è l’unico segnale dello scetticismo diffuso verso gli acquedotti nostrani: chi non opta

per la "bottiglia" si affida sempre di più (grazie anche a tecniche di vendita a dir poco aggressive) a

qualche sistema di depurazione o filtraggio domestico. Si va dalle caraffe filtranti da 20 euro a

dispositivi ben più invasivi e costosi, come quello a osmosi inversa, che possono arrivare a costare

fino a 3mila euro.

Soldi ben spesi? È quanto si è chiesto il settimanale il Salvagente nel numero in edicola questa

settimana -
e che potete acquistare anche on line nel nostro negozio vituale - che passa in rassegna i

5 metodi più utilizzati (di seguito le schede di pro e contro per ogni famiglia di apparecchi) e

pubblica la mappa dell’acqua di rubinetto in 20 capoluoghi, per capire quando effettivamente c’è

bisogno di filtrare il prezioso liquido prima di berlo.

Il nemico immaginario


In ogni caso, spiegano gli esperti, se può avere senso comprare un apparecchio di filtrazione per

intervenire sul fastidioso sapore di cloro di alcune acque (ma basterebbe far riposare per un po’ il

liquido in una brocca "normale"), meno sensati sono quegli interventi volti a ridurre la durezza.

Innanzitutto perché, al di là della credenza che un’acqua poco calcarea sia da preferire per la salute,

in realtà una giusta quantità di ioni di calcio e magnesio non è affatto dannosa per l’organismo

umano.

Calcio e magnesio fanno bene


Il calcio è indispensabile per prevenire malattie delle ossa come l’osteoporosi, e svolge anche una

azione protettiva contro alcuni tipi di tumori. Il magnesio è importante per numerose funzioni

metaboliche e per l’attività muscolare e nervosa. Non esiste nessuna controindicazione neanche per

chi soffre di calcoli renali.

A conti fatti, l’unica utilità di apparecchi di questo tipo è rispetto alla "vita" e all’efficienza degli

elettrodomestici, che possono incrostarsi.

Ma attenzione: è consigliato intervenire solo se l’acqua ha una durezza tra i 20 e i 25°F, altrimenti il

rischio è di addolcirla troppo con conseguenze altrettanto nefaste sulle tubature. Peggiorano

decisamente la qualità dell’acqua, privandola per lo più di preziosi sali minerali come il magnesio e

il potassio, i dispositivi a osmosi inversa. Il loro uso è giustificato e consigliato quando l’acqua

domestica ha un’elevata concentrazione di nitrati, sostanze inquinanti che è meglio evitare.

La legge 31/01, che detta i parametri e i valori di riferimento per l’acqua potabile, fissa per i nitrati

il limite di 50 milligrammi/litro, ma potrebbe essere interessante limitare questo dato a valori

inferiori, per esempio, a chi ha bambini, visto che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)

indica per la prima infanzia il valore guida di 10.

Scandali e paure


Neppure gli "scandali" recenti come quello dell’arsenico (presente ben oltre i limiti di legge in

alcuni Comuni italiani, soprattutto nel Lazio) sembrano giustificare il ricorso a tutti i costi ai sistemi

di filtraggio. "Quello che è successo con l’arsenico è molto grave, soprattutto per la mancata

comunicazione ai cittadini, e vanifica il nostro lavoro per incentivare l’uso dell’acqua del

rubinetto", spiega al Salvagente Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente. "Ma quel

problema riguardava una fascia ristretta di popolazione, un sessantesimo circa di quella italiana. In

generale la nostra acqua è sicura e sottoposta a controlli frequenti (almeno 4 l’anno, ndr) e a

parametri di riferimento molto più stringenti, per esempio, di quelli delle acque in bottiglia".

Le schede: pro e contro di brocche, filtri e "depuratori"



Il settimanale il Salvagente nel numero in edicola da domani pubblica la
mappa dell’acqua di

rubinetto

in 20 capoluoghi. Uno strumento utile per capire quando è necessario intervenire per

purificare quello che arriva nel bicchiere.

E proprio ai metodi di purificazione è dedicata una parte dell’inchiesta del settimanale. Vi

anticipiamo le schede sulle diverse famiglie di apparecchi.

Filtri a carbone attivo


PRO

: sono utili in caso di acque dal forte sapore di cloro, usato nella fase di potabilizzazione in

acquedotto per preservare l’acqua da eventuali contaminazioni durante il viaggio nelle tubature.

Questi filtri trattengono il cloro e le sostanze clorate oltre che inquinanti organici come pesticidi e

solventi industriali.

CONTRO

: non eliminano batteri e nitrati e non agiscono sulla durezza dell’acqua. Le loro

caratteristiche ne fanno un luogo di coltura per germi e batteri. Inoltre i loro pori sono così piccoli

che bastano 150 metri cubi di acqua (il consumo annuo medio di una famiglia di 4 persone) per

otturare il dispositivo: per questo richiedono un’attenta manutenzione e un ricambio frequente.

Addolcitori (filtri a scambio ionico)


PRO

: agiscono sulla durezza dell’acqua in quanto trattengono il calcio e il magnesio. La loro

funzione anticalcare è utile solo per gli elettrodomestici, in quanto un’acqua molto dura può dar

luogo a incrostazioni delle tubature, ma non ha alcune effetto sulla salute. I sistemi di addolcimento

più diffusi sono i dosatori a scambio ionico, filtri con speciali resine impregnate di ioni di sodio: al

passaggio dell’acqua innescano un processo chimico che trattiene gli ioni di calcio e magnesio e

rilascia gli ioni di sodio.

CONTRO

: se l’acqua del rubinetto non è particolarmente dura, il filtro rischia di addolcire troppo

l’acqua scendendo sotto il valore di durezza consigliato per legge (15°F). Attenzione: un’acqua

molto addolcita rischia di corrodere le tubature per via del pH acido.

 

Microfiltrazione


PRO

: è un sistema di filtraggio a sedimenti che non utilizza un particolare principio di

funzionamento (scambio ionico o osmosi inversa) ma agisce come un colino che trattiene i

microresidui solidi in sospensione nell’acqua, dal terriccio alle microparticelle di tubazione.

L’acqua passa attraverso una membrana microporosa (in propilene o nylon) con diametro dei pori

inferiore o uguale ai 50 microgrammi.

CONTRO

: agisce solo come chiarificatore dell’acqua, ma non la tratta. Non è cioè in grado di

trattenere i batteri, né di influire sul sapore di cloro né sulla durezza.

Osmosi inversa


PRO

: sono tra i sistemi di filtrazione più usati e anche più costosi (intorno ai 3mila euro). Riescono

a trattenere la maggior parte del contenuto salino dell’acqua: dal 90 al 99,9% di sostanze disciolte,

compresi i nitrati. È solo nel caso di acque molto ricche di questi elementi che può aver senso l’uso

di questi sistemi di filtraggio. La tecnica utilizzata è di tipo meccanico: l’acqua viene forzatamente

condotta, alzandone la pressione, attraverso una membrana semipermeabile attraverso la quale

riescono a passare solo alcune sostanze e in determinate quantità.

CONTRO

: danno origine a un’acqua ultraleggera privata per la quasi totalità di minerali,

praticamente distillata. Idonea per il ferro da stiro, ma non per essere bevuta. Inoltre c’è un

problema di spreco. Questi apparecchi separano l’acqua in due flussi: da una parte viene indirizzata

l’acqua purificata, dall’altra quella scartata (ricca di sali minerali), che è in quantità molto

maggiore. Per ottenere un litro di acqua osmotizzata ne servono almeno 5.

Brocche filtranti


PRO

: sono i sistemi di filtrazione dell’acqua più economici, dai 10 ai 40 euro. Utilizzano dei filtri a

carbone attivo (in grado di trattenere il cloro e altre sostanze inquinanti) e una percentuale di resina

a scambio ionico (che incide sulla durezza dell’acqua).

CONTRO

: il ristagno dell’acqua nella caraffa può originare una proliferazione batterica per questo

alcuni filtri sono addizionati con composti a base di sale di argento che svolgono un’azione

batteriostatica. Richiedono una manutenzione attenta e frequente in quanto il deterioramento del

filtro a carbone attivo potrebbe rilasciare nell’acqua sostanze dannose, come l’ammonio e l’argento.

Negli ultimi tempi sono finite nell’occhio del ciclone, accusate di impoverire eccessivamente

l’acqua di calcio e magnesio, salutari per l’organismo umano e, al contrario, di innalzare

eccessivamente i livelli di sodio e potassio.


La morte precoce sopraggiunge bevendo acqua distillata o da osmosi inversa


Dr. Zoltan P. Rona


Durante 19 anni di pratica clinica ho avuto l’opportunità di osservare gli effetti sulla salute di tre

diversi tipi di acqua. La maggior parte di voi concorderà sul fatto che bere l’acqua di rubinetto non

filtrata può essere dannoso per la salute data la presenza di parassiti, cloro, fluoro e diossine.

Molti fanatici salutisti, tuttavia sono spesso sorpresi nel sentirmi dire che bere acqua distillata

quotidianamente e regolarmente è potenzialmente pericoloso.

Paavo Airola ha scritto riguardo i rischi dell’acqua distillata negli anni ’70, quando divenne per la

prima volta una tendenza tra i fautori del cibo salutistico.

La distillazione è il processo per cui l’acqua viene bollita, evaporata e il vapore condensato. L’acqua

distillata è priva di minerali disciolti e quindi ha la speciale caratteristica di assorbire attivamente le

sostanze tossiche dal corpo e di eliminarle.

Gli studi convalidano i benefici dell’acqua distillata quando si cerca di pulire o disintossicare il

sistema per brevi periodi di tempo (poche settimane alla volta).

Digiunare bevendo acqua distillata può essere pericoloso a causa della rapida perdita di elettroliti

(sodio, potassio, cloro) e oligominerali come il magnesio, la cui carenza può causare irregolarità nel

battito cardiaco e ipertensione sanguigna. Cucinare il cibo in acqua distillata significa togliere i

minerali dagli alimenti e abbassarne così il valore nutritivo.

L’acqua distillata è un assorbente attivo e quando viene a contatto con l’aria assorbe anidride

carbonica, diventando acida. Più acqua distillata si beve, più il corpo diventa acido.

Secondo l’Agenzia di Protezione Ambientale degli USA “L’acqua distillata, essendo essenzialmente

priva di minerali, è molto aggressiva in quanto tende a dissolvere le sostanze con cui viene a

contatto.

In particolare, l’anidride carbonica dell’aria viene assorbita rapidamente, rendendo l’acqua acida e

ancora più aggressiva. Molti metalli vengono sciolti dall’acqua distillata”.

Le bevande commerciali più diffuse e consumate (ad es. bevande a base di cola e altre bibite) sono

fatte con acqua distillata. Gli studi hanno continuamente dimostrato che i forti consumatori di bibite

analcoliche (con o senza zucchero) perdono grandi quantità di calcio, magnesio e altri oligoelementi

nell’urina.

Maggiore è la perdita di minerali, più alto è il rischio di osteoporosi, osteoartriti, ipotiroidismo,

patologie delle arterie coronarie, alta pressione sanguigna ed un lungo elenco di malattie

degenerative generalmente associate ad invecchiamento precoce.

Un numero crescente di operatori medici e scienziati di tutto il mondo sostiene la teoria che

l’invecchiamento e la malattia siano il diretto risultato dell’accumulo di scorie acide nel corpo.

Molta documentazione scientifica supporta questa teoria. Una cattiva alimentazione potrebbe essere

parzialmente responsabile dell’accumulo di scorie. Carni, zucchero, prodotti a base di farina bianca,

fritti, bibite, cibi lavorati, alcool, latticini e altri cibi spazzatura portano il corpo a diventare più

acido. Lo stress, sia mentale che fisico, può portare a depositi acidi nel corpo.

Vi è una correlazione tra il consumo di acqua dolce (l’acqua distillata è estremamente morbida) e

l’incidenza di malattie cardiovascolari. Le cellule, i tessuti e gli organi non amano essere immersi in

acido e farebbero qualsiasi cosa per tamponare questa acidità, incluso eliminare i minerali dallo

scheletro e produrre bicarbonato nel sangue.

Quanto più a lungo si beve acqua distillata, tanto più si svilupperanno carenze minerali e uno stato

acido. Nel mio lavoro ho effettuato oltre 3000 valutazioni di minerali usando una combinazione di

esami del sangue, dell’urina e del capello. Quasi senza alcuna eccezione, le persone che consumano

acqua distillata finiscono per sviluppare carenze minerali multiple.

Coloro che integrano l’assunzione di acqua distillata con oligoelementi non risultano così carenti

ma non sono tuttavia adeguatamente riforniti di minerali come le loro controparti che bevono acqua

non distillata, anche dopo alcuni anni di integrazione di minerali.

L’acqua ideale per il corpo umano dovrebbe essere alcalina e ciò richiede la presenza di minerali

come calcio e magnesio.

L’acqua distillata tende ad essere acida e può essere solo raccomandata per eliminare le sostanze

tossiche dal corpo. Una volta fatto questo, continuare a bere acqua distillata è una cattiva abitudine.

E’ probabile che le malattie e la morte precoce si manifestino se si beve acqua distillata nel lungo

termine.

Evitatela ad eccezione di speciali circostanze.

REFERENCES

Airola, P. 1974. How To Get Well. Phoenix, AZ: Health Plus Publishers.

Baroody, Dr. Theodore A. Jr. Alkalinize or Die. California:Portal Books, 1995.

Haas, Elson M. Staying Healthy with Nutrition. The Complete Guide to Diet & Nutritional

Medicine. Berkeley, California:Celestial Arts, 1992; p. 22.

Rona, Zoltan P. and Martin, Jeanne Marie. Return to the Joy of Health, Vancouver: Alive Books,

1995.

Rona, Zoltan P. Childhood Illness and The Allergy Connection. Rocklin, California:Prima Books,
 

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